0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.
07 MAR 2013Ore 14:39Unione dei Comuni montani del Casentino in rivolta: il Comune di Bibbiena mantenga gli impegni presiII comune di Bibbiena nel 2010 è uscito dalla gestione associata dei servizi sociali, ma l'amministrazione mantiene in associato con l'Unione i centri diurni per disabili e altri servizi a valenza zonale a favore di anziani, famiglie e minori. L'accordo sottoscritto prevedeva un trasferimento annuale dal comune di Bibbiena all'Unione a copertura delle spese sostenute e che le quote dovevano essere determinate annualmente dalla Conferenza dei Sindaci, ma il comune di Bibbiena a quella conferenza specifica non partecipò.Nel 2012 al momento della definizione degli accordi tutti i comuni, compreso Bibbiena, furono informati che a causa dei tagli dei trasferimenti statali, per il mantenimento di questi servizi, voluti fortemente da tutti gli amministratori, occorreva un impegno economico maggiore. Il sindaco ed i cittadini di Bibbiena si dichiararono “indignati” per l’aumentata richiesta. Oggi in una nota l’Unione dei Comuni montani del Casentino insorge contro Bibbiena ed il suo sindaco: “le risorse mancanti, se Bibbiena non mantiene fede ai propri impegni, chi le pagherà? Forse proprio quei cittadini dell'Unione che avrebbero tutto il diritto di gridare “ora basta”? E' importante sottolineare - continua il comunicato - che l'Unione ha contribuito, per il mantenimento dei servizi, con proprie risorse, basti pensare che solo negli ultimi due anni sono stati stanziati circa 470mila euro per cercare di garantire la sussistenza e l'efficienza del servizio, ma questo non si può dire perché la priorità dei politici che ci amministrano è la spartizione del potere e non il bene della nostra terra”.
14 MAR 2013 Ore 14:59Unione Comuni Montani Casentino: “centri diurni un’eccellenza del territorio e modello da esportare”“I Centri Diurni sono un indice di civiltà – ha commentato il Presidente dell’Unione Luca Santini – un modello da esportare, non da mettere in discussione, una risposta per le famiglie che devono convivere con questa difficoltà e un raggio di sole per gli utenti che vivono spesso per quelle giornate al centro, perché negare loro un po’ di felicità? Ogni ragazzo costa circa 20mila euro, la cifra potrebbe anche essere inferiore, ma i servizi sicuramente di basso livello.Infatti, tengo a sottolineare che il centro non è inteso e concepito come un parcheggio, ma è un luogo ricreativo dove i ragazzi sono coinvolti in molteplici attività che li rendono protagonisti e attori in prima persona. Non dimenticate che ogni cittadino casentinese sostenendo questo costo è come se offrisse loro una pizza una volta l’anno. Finché sarò alla presidenza di questo ente continuerò a dare a questi figli e alle loro famiglie una speranza di una vita migliore, vissuta con la dignità che la condizione umana merita ”. Ricordiamo che i Centri Diurni per disabili sono gestiti in forma associata dal 2003 per conto degli undici Comuni del Casentino, dalla Comunità Montana prima e dall’Unione dei Comuni oggi, e l’obiettivo è stato quello di farne un servizio idoneo a favorire il processo di crescita e di integrazione sociale di persone disabili per mantenere, sviluppare e migliorare le capacità relazionali e sostenere la famiglia, migliorando il servizio in termini di qualità e quantità delle prestazioni, in termini organizzativi e strutturali. Ereditato il servizio collocato in un’unica struttura presente a Soci, nel 2008 sono nati inaugurati due Centri che hanno consentito di migliorare il servizio offerto agli ospiti: a marzo ha compiuto 5 anni la sede nuova del Centro “Tangram” in Rassina e a settembre sarà il turno del compleanno del raddoppio della struttura “Il pesciolino rosso” a Pratovecchio, dove sono in corso i lavori di completamento della palestra. I centri diurni ospitano circa 41 ragazzi. All'interno dei centri si cerca di creare una rete sociale allargata e significativa che sviluppi incontri e amicizie; un’apertura del centro all'esterno sia con visite e uscite programmate, sia con inviti ed incontri all’interno della struttura; uno sviluppo e mantenimento delle abilità sociali; la conoscenza di sé, attraverso i racconti del territorio circostante e conseguente conoscenza dell’altro; lo sviluppo del desiderio di sapere, della curiosità, della voglia di scoprire cose nuove. Numerose sono le attività tra le quali quella motoria, che comprende l’attività di piscina, laboratorio di scrittura con computers, attività, ludico – espressive, di pittura, ceramica, legno, laboratorio di cucina e giardinaggio. Numerose sono state le occasioni nelle quali gli ospiti si sono misurati in attività proposte dal territorio o dai centri stessi dimostrando grandi abilità: laboratorio di pittura a quattro mani presso il Liceo di Poppi, in occasione di mostre ed estemporanee di arte; gare sportive a livello locale e provinciale; concorsi di cucina, ecc. Il centro diurno socio - educativo svolge quindi un servizio non solo per le persone con disabilità, ma per l’intera collettività garantendo efficienza delle prestazioni.
04/03/2013“Ora basta!”. Così il sindaco di Bibbiena chiude definitivamente i rapporti con l’attuale Unione dei Comuni che lui definisce “Comunità Montana mascherata”. Così il primo cittadino del capoluogo casentinese spiega questo “no” definitivo: “Ci sono situazioni che, nella vita, come nella politica, esigono l’indignazione più profonda. Oggi non siamo più abituati ad indignarsi- ecco il male del nostro paese – per questo ci abituiamo al peggio, come ad un veleno preso a piccole dosi. Io invece dico “basta!” e lo dico come uomo comune e soprattutto come sindaco per il bene dei miei cittadini. Vengo al dunque. L’Unione dei Comuni del Casentino ha fatto un decreto ingiuntivo per ottenere da Bibbiena soldi per il sociale che noi, da accordi firmati e controfirmati al momento della nostra uscita dalla comunità montana, non dobbiamo assolutamente corrispondere. Bibbiena ha da sempre rispettato gli accordi presi, ma non intende sottomettersi ai diktat di un organismo che, peraltro non abbiamo e non intendiamo riconoscere, solo per aiutare ad appianare situazioni risultato di una mala gestione. Se Bibbiena era così necessaria a questa Unione, i politici che governavano allora e governano tutt’ora questo ente non dovevano indurci all’allontanamento, contrastando totalmente la nostra proposta operativa di governo del territorio casentinese. Purtroppo la priorità, da sempre, sono gli equilibri politici e la spartizione del potere e non il bene della nostra terra, così si è preferito perdere Bibbiena piuttosto che perdere la prevalenza politica sulla valle. Io dico basta a questa gestione lobbistica, dico basta al malgoverno di questo ente elefantiaco, agli sperperi, basta ai ripetuti tentativi di colpire il mio operato e la mia persona, ma soprattutto basta alle prese di giro nei confronti dei cittadini di Bibbiena che pagano onestamente le tasse e si impegnano per sostenere il nostro territorio. Fino ad oggi, nonostante l’ostracismo della ex comunità montana dei suoi politici e di alcuni dirigenti, ho sempre cercato di trovare soluzioni, di appianare gli scontri, di mediare. Dopo il gesto dell’ingiunzione – che somma la scorrettezza politica ad un atto provocatorio senza limite – la mia chiusura nei confronti di questi interlocutori è e sarà totale. Ribadendo la correttezza che ha sempre avuto Bibbiena nei confronti degli impegni presi, confido nell’intelligenza e nella sensibilità dei miei cittadini, nel giudicare la gravità di questo gesto. Bibbiena è fuori dalla “Comunità Montana mascherata” non per puro esercizio del contraddittorio ma per riportare la gestione di molti servizi vicino a chi questi servizi li eroga, per abbattere i costi e dare maggiore garanzia di efficienza e qualità”.
07/03/2013I SINDACI DELL'UNIONE RISPONDONO AL DURO ATTACCO DELS INDACO BERNARDINI IN MERITO ALLA SPESA DEI SERVIZI SOCIALILe affermazioni rilasciate alla stampa dal sindaco di Bibbiena sono totalmente da respingere nell'interesse dei nostri cittadini.Infatti il Sindaco Bernardini dimentica o non sa che i comuni sotto i 3000 abitanti devono gestire per legge tramite Unione dei Comuni, in forma associata, 9 funzioni fondamentali tra cui i servizi sociali e che tutti i Comuni facenti parte dell'Unione hanno scelto di gestire insieme i servizi per garantire una migliore qualità e efficienza degli stessi a vantaggio dei propri cittadini.Quindi quando afferma che non riconosce l'Unione dei Comuni manca di rispetto istituzionale a tutti i Comuni dell'Unione che stanno osservando una legge della Repubblica Italiana.Respingiamo 1'atteggiamento del comune di Bibbiena che non vuole accettare la ripartizione solidaristica dei servizi sociali per abitante decisa dalla Conferenza dei Sindaci, contestando i conti solo dopo aver ricevuto i servizi che non e' in grado di gestire o non ha il coraggio di tagliare.Invitiamo pertanto il sindaco di Bibbiena ad un atteggiamento rispettoso verso i comuni dell'Unione che non possono e non vogliono pagare quanto da lui dovuto.Bernardini faccia politica e campagna elettorale quanto vuole e come vuole ma non sulla pelle degli altri comuni che per ottimizzare le spese e svolgere insieme le funzioni hanno già chiuso la società della salute (primi in Toscana).Ricordiamo inoltre al Sindaco Bernardini che molti dei politici di sempre sono gli stessi che egli ha conosciuto e frequentato quando ricopriva l'incarico di assessore per il partito socialista nei primi anni novanta nella giunta del comune di Chiusi della Verna e che è arrivata l'ora di decidere cosa vuoi condividere insieme agli altri.Infine ci faccia sapere se e dove vuole un confronto pubblico su questi temi per fare chiarezza nei confronti di utenti e cittadini, che possa essere il presupposto per un dialogo nell'interesse di tutti i casentinesi in un momento di particolare difficoltà come quella attuale.I Sindaci dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino
CENTRI DIURNI: IL COMUNE DI BIBBIENA MANTENGA GLI IMPEGNI PRESIDall'Unione disappunto e malcontento per la posizione del primo cittadino di BibbienaII comune di Bibbiena nel 2010 esce dalla gestione associata dei servizi sociali, ma l'amministrazione mantiene in associato con l'Unione i centri diurni per disabili e altri servizi a valenza zonale a favore di anziani, famiglie e minori. L'accordo sottoscritto prevedeva un trasferimento annuale dal comune di Bibbiena all'Unione a copertura delle spese sostenute e che le quote dovevano essere determinate annualmente dalla Conferenza dei Sindaci, ma il comune di Bibbiena a quella conferenza specifica non partecipa, forse per il "bene dei cittadini?".Nel 2012 al momento della definizione degli accordi tutti i comuni, compreso Bibbiena, furono informati che a causa dei tagli dei trasferimenti statali, per il mantenimento di questi servizi, voluti fortemente da tutti gli amministratori, occorreva un impegno economico maggiore. Il decreto ingiuntivo non è altro che un'azione legittima per ottenere quelle risorse necessarie al mantenimento dei centri diurni, " è per il bene della nostra terra " e di tutti quei cittadini che hanno maggiore necessità. Nessun sperpero, ma solo una richiesta doverosa a tutela anche di tutti i cittadini, "nessuna presa di giro nei confronti dei cittadini di Bibbiena", gli unici a sentirsi indignati dovrebbero essere proprio gli utenti dei servizi incriminati...Quindi la domanda è doverosa: le risorse mancanti, se Bibbiena non mantiene fede ai propri impegni, chi le pagherà? Forse proprio quei cittadini dell'Unione che avrebbero tutto il diritto di gridare "ora basta"?E' importante sottolineare che l'Unione ha contribuito, per il mantenimento dei servizi, con proprie risorse, basti pensare che solo negli ultimi due anni sono stati stanziati circa 470mila euro per cercare di garantire la sussistenza e l'efficienza del servizio, ma questo non si può dire perché la priorità dei politici che ci amministrano è " la spartizione del potere e non il bene della nostra terra"...Ufficio stampa Unione dei Comuni Montani del Casentino
14 MAR 2013 Ore 14:59Unione Comuni Montani Casentino: “centri diurni un’eccellenza del territorio e modello da esportare”“I Centri Diurni sono un indice di civiltà – ha commentato il Presidente dell’Unione Luca Santini – un modello da esportare, non da mettere in discussione, una risposta per le famiglie che devono convivere con questa difficoltà e un raggio di sole per gli utenti che vivono spesso per quelle giornate al centro, perché negare loro un po’ di felicità? Ogni ragazzo costa circa 20mila euro, la cifra potrebbe anche essere inferiore, ma i servizi sicuramente di basso livello.Infatti, tengo a sottolineare che il centro non è inteso e concepito come un parcheggio, ma è un luogo ricreativo dove i ragazzi sono coinvolti in molteplici attività che li rendono protagonisti e attori in prima persona. Non dimenticate che ogni cittadino casentinese sostenendo questo costo è come se offrisse loro una pizza una volta l’anno. Finché sarò alla presidenza di questo ente continuerò a dare a questi figli e alle loro famiglie una speranza di una vita migliore, vissuta con la dignità che la condizione umana merita ”.Ricordiamo che i Centri Diurni per disabili sono gestiti in forma associata dal 2003 per conto degli undici Comuni del Casentino, dalla Comunità Montana prima e dall’Unione dei Comuni oggi, e l’obiettivo è stato quello di farne un servizio idoneo a favorire il processo di crescita e di integrazione sociale di persone disabili per mantenere, sviluppare e migliorare le capacità relazionali e sostenere la famiglia, migliorando il servizio in termini di qualità e quantità delle prestazioni, in termini organizzativi e strutturali. Ereditato il servizio collocato in un’unica struttura presente a Soci, nel 2008 sono nati inaugurati due Centri che hanno consentito di migliorare il servizio offerto agli ospiti: a marzo ha compiuto 5 anni la sede nuova del Centro “Tangram” in Rassina e a settembre sarà il turno del compleanno del raddoppio della struttura “Il pesciolino rosso” a Pratovecchio, dove sono in corso i lavori di completamento della palestra.I centri diurni ospitano circa 41 ragazzi. All'interno dei centri si cerca di creare una rete sociale allargata e significativa che sviluppi incontri e amicizie; un’apertura del centro all'esterno sia con visite e uscite programmate, sia con inviti ed incontri all’interno della struttura; uno sviluppo e mantenimento delle abilità sociali; la conoscenza di sé, attraverso i racconti del territorio circostante e conseguente conoscenza dell’altro; lo sviluppo del desiderio di sapere, della curiosità, della voglia di scoprire cose nuove. Numerose sono le attività tra le quali quella motoria, che comprende l’attività di piscina, laboratorio di scrittura con computers, attività, ludico – espressive, di pittura, ceramica, legno, laboratorio di cucina e giardinaggio. Numerose sono state le occasioni nelle quali gli ospiti si sono misurati in attività proposte dal territorio o dai centri stessi dimostrando grandi abilità: laboratorio di pittura a quattro mani presso il Liceo di Poppi, in occasione di mostre ed estemporanee di arte; gare sportive a livello locale e provinciale; concorsi di cucina, ecc. Il centro diurno socio - educativo svolge quindi un servizio non solo per le persone con disabilità, ma per l’intera collettività garantendo efficienza delle prestazioni.
Nel 2012 al momento della definizione degli accordi tutti i comuni, compreso Bibbiena, furono informati che a causa dei tagli dei trasferimenti statali, per il mantenimento di questi servizi, voluti fortemente da tutti gli amministratori, occorreva un impegno economico maggiore
Con una sentenza depositata il 7 maggio 2014 il TAR della Toscana ha condannato il Comune di Bibbiena a pagare all’Unione dei Comuni Montani del Casentino la somma di oltre 78 mila euro quale corrispettivo per i servizi sociali erogati in favore dei suoi cittadini portatori di handicap frequentanti i centri diurni nel corso del 2012.Il Comune di Bibbiena ha sempre sostenuto di poter decidere da solo il prezzo da pagare per questi servizi sociali, ma il TAR gli ha dato definitivamente torto: dovrà pagare quanto stabilito, correttamente, dalla conferenza dei Sindaci e cioè il 66% su base solidaristica (tenendo conto cioè degli abitanti dei singoli Comuni) e il 34% tenendo conto degli utenti effettivamente frequentanti.La decisone del TAR è molto importante non solo perché smentisce definitivamente le chiacchiere pretestuose ed isolazionistiche dell’Amministrazione Bernardini, ma soprattutto perché chiarisce la giustezza e l’equità della decisione della Conferenza dei Sindaci. Il sociale è una materia da gestire in maniera comprensoriale e non è importante dove vivono i portatori di handicap: ovunque essi vivano hanno diritto ad un servizio di qualità che la comunità casentinese deve garantire a tutti.Adesso Bernardini dovrà riconoscere le ragioni dell’opposizione ed inserire in bilancio il debito verso l’Unione fino ad oggi ottusamente negato. Questo comporterà, come spiegato anche dal responsabile dell’ufficio finanziario del Comune durante l’ultimo Consiglio comunale, alcuni problemi per il rispetto del patto di stabilità e dimostrerà, ancora una volta, l’incapacità di questa Amministrazione di gestire in maniera efficace e trasparente l’azione amministrativa.E subito dopo si porrà il problema per il pagamento dei servizi per il 2013: il Comune verserà quanto dovuto o vorrà subire una nuova ingiunzione con un nuovo pignoramento dei terreni con l’impossibilità di venderli come già accaduto?Centro sinistra Bibbiena
“Siamo venuti a conoscenza, tramite una lettera che abbiamo ricevuto come tutti gli altri comuni, che i centri diurni gestiti dall’unione hanno lavorato per oltre un decennio senza avere alcuna autorizzazione ufficiale al funzionamento, ossia senza nessun accreditamento da parte di enti pubblici come la Regione Toscana. Questa non è solo una questione formale o giuridica, bensì un fatto essenziale, visto che senza tali accreditamenti non si può accedere a finanziamenti pubblici che, al contrario, queste strutture hanno avuto in abbondanza per molti anni. Una cosa all’italiana, qualcuno potrebbe dire. A qualcuno questo basterà, certo, come basterà sapere che in fretta e furia e in modo inusuale per queste cose (che, in tutti gli altri casi necessitano di una tempistica molto più lunga), lo scorso 17 aprile queste strutture sono state finalmente accreditate, previa autocertificazione del Dottor Grifagni. In realtà la cosa è a dir poco sconcertante, così come sconcerta l’ennesimo atto di arroganza, della serie “noi facciamo quello che vogliamo perché in Casentino comandiamo noi”. Io invece dico “no” a queste cose, “no” a questo sistema politico che prende senza dare nulla, che cerca di autoalimentare se stesso, le stesse persone da tanti troppi anni, impoverendo il Casentino da tutti i punti di vista. Dico no perché questo sistema che ha preso soldi fino al 17 aprile per strutture non in regola, si permette con baldanza di criticare una struttura, quella che Bibbiena ha creato, ritenendola deficitaria e inadeguata quando la stessa, prima di aprire al pubblico, era stata autorizzata e accreditata come vuole la legge. Ma oggi sta succedendo una cosa che forse qualche tiranno non considerava, ossia le critiche che sono state rivolte con una prepotenza al centro di Bibbiena, stanno mettendo in seria difficoltà molte famiglie le quali sono state indotte a non frequentare lo stesso centro e che ora rischiano addirittura di rimanere senza servizio. Questo perché, come previsto, il centro che abbiamo attivato a Bibbiena inizia ad essere frequentato da molti cittadini diversamente abili che, fino ad oggi, non sono mai state ai centri gestiti dall’unione. Quindi mi chiedo e chiedo: ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B in Casentino? Il TAR ha sentenziato che l’Unione dei Comuni è libera di richiedere qualsiasi importo annuale al Comune di Bibbiena per il funzionamento del centro Tangram, indipendentemente dal costo del servizio; questo è quello che è stato, guarda caso, esplicitato solo ora, ma rimane da vedere se il Consiglio di Stato sarà dello stesso avviso. E ne sono proprio curioso. Più importante ora è dire ciò che nessuno ha mai detto ai cittadini, ossia che i centri dell’unione sono stati aperti per anni senza autorizzazione, hanno ricevuto finanziamenti regionali senza accreditamento e Tangram è autorizzato dalla USL per 20 utenti. Il centro in questione per il funzionamento del quale l’unione dei Comuni ha chiesto unilateralmente al Comune di Bibbiena un aumento consistente come contributo di “solidarietà” (circa 60.000 euro l’anno nel 2011) sia risultato autorizzato al funzionamento soltanto nell’ottobre 2013 (per 20 utenti, a fronte dei 26 attualmente ospitati). Io credo che è arrivato il momento di mettere ognuno davanti alla sue responsabilità”.
Nulla decide il TAR in merito alla legittimità di Bibbiena di uscire dal Centro Tangram. L’ordinanza rinvia solo la decisione vista la delicatezza della materia che merita ulteriori approfondimenti e non può essere oggetto di strumentalizzazione elettoraleLa scorsa settimana, con una sentenza depositata il 7 maggio 2014, il TAR della Toscana ha condannato definitivamente il Comune di Bibbiena a pagare all’Unione dei Comuni Montani del Casentino la somma di oltre 78 mila euro quale corrispettivo per i servizi sociali erogati in favore dei cittadini disabili frequentanti i Centri Diurni. Questa condanna sancisce la legittimità delle richieste dell’Unione, richieste non connotate da “arroganza”.Oggi, con un’ordinanza, il TAR non accoglie la domanda di sospensione relativa alla delibera con la quale il comune di Bibbiena cerca di impedire la frequenza dei centri diurni ai propri cittadini. In sintesi, conferma solamente ciò che non è mai stato messo in discussione dell’Unione dei Comuni e cioè la possibilità di aprire un nuovo Centro nel territorio comunale di Bibbiena. Mentre, sulla decisione di Bibbiena di uscire dalla gestione associata dei Centri Diurni per disabili, il TAR, non solo non decide in questa ordinanza, ma rinvia per affrontare ed approfondire tale importante e delicata questione in sede di sentenza che avverrà nei prossimi mesi. Il TAR in questa occasione non si è pronunciato neanche nel merito del fondamentale diritto di scelta dei cittadini su quale servizio avvalersi, un diritto riconosciuto dalla legge della Regione Toscana e dalle leggi nazionali.La decisione del TAR di rinviare la pronuncia su queste delicate questioni è stata possibile in quanto, ad oggi, i cittadini di Bibbiena continuano a frequentare il Centro Tangram di Rassina e quindi ad essere assistiti, un diritto garantito dall’Unione dei Comuni. L’Unione, in merito a tale rinvio, sta valutando la possibilità di presentare ricorso al Consiglio di Stato in quanto, pur non essendo sussistente il rischio di interruzione del servizio di assistenza, permane il rischio di grave danno economico che un ritardo di tale decisione potrebbe causare all’Unione dei Comuni e a tutti i comuni, che nell’ottica della gestione solidaristica hanno e continuano a garantire un servizio di qualità e di sostegno a tutti i cittadini del Casentino, senza guardare i confini territoriali e amministrativi. Il testo delle due ordinanze è scaricabile dal sito dell’Unione dei Comuni.